Skin shaming nel mondo beauty

Il boom dei filtri sui social

Partiti inizialmente come un gioco qualche anno fa su Snapchat, i filtri da applicare sul nostro viso attraverso la camera del nostro cellulare sono diventati uno strumento per divertirci online: orecchie da cane o da coniglietto, smorfie buffe, parrucche etc.

Oggi, però, l’utilizzo dei filtri su social come TikTok e Instagram si è evoluto, dando la possibilità agli utenti di modificare il colore degli occhi, aggiungere del trucco su occhi o labbra, rendendo la pelle più abbronzata e luminosa, andando a mascherare brufoli, occhiaie e rughe, fino a modificare i lineamenti del viso come zigomi, labbra e naso.

Se da un lato questi filtri ci aiutano ad apparire sempre in ordine davanti alle nostre community e ad aumentare la nostra autostima, dall’altro lato andiamo a dare una visione di noi stessi non reale agli altri e ci abituiamo a vedere una versione migliore di noi attraverso i filtri, facendo sempre più fatica ad accettarci per come siamo realmente.

Inoltre, online capita troppo spesso di vedere persone anche note “mascherare” la propria fisionomia e le proprie imperfezioni nascondendosi dietro i filtri. Così facendo, si diffonde un ideale di bellezza e di perfezione che non esiste e si trasmettono messaggi negativi alle nuove generazioni.

Mascherare i difetti della pelle

Dietro l’innocente capacità dei filtri di farci acquisire maggiore autostima e di farci sentire più sicuri di noi stessi, si nascondono diverse insidie, soprattutto per chi sta attraversando la fase adolescenziale o è più fragile.

In questa fase sono molto rilevanti figure come influencer e creator, che rivestono sempre di più il ruolo di idoli per i più giovani, che li prendono come esempio, li seguono e cercano di assomigliare a loro, nel modo di vestirsi, di truccarsi e di porsi.

Con l’utilizzo dei filtri di bellezza sui social questi personaggi pubblici tendono a comunicare una versione di sé distorta e molto lontana dalla realtà. Essendo circondati da volti perfetti, curati, truccati e privi di ogni difetto, gli utenti che si trovano a navigare online, iniziano a fantasticare e a provare addirittura un senso di vergogna a mostrarsi al naturale sui social.

Il mondo del beauty, a partire dalle aziende cosmetiche, gioca un ruolo fondamentale nel sensibilizzare le proprie consumatrici su temi sociali come questo. Partendo dalla comunicazione, i brand dovrebbero spostare il focus dall’utilizzo di un prodotto con lo scopo di risolvere un inestetismo cutaneo, all’utilizzo del medesimo prodotto per coccolare la propria pelle, accettandone ogni sfaccettatura. Quello che le aziende dovrebbero trasmettere, quindi, è l’aspetto positivo della diversità, che rende unico ognuno di noi.

Skin shaming

Negli ultimi anni si è sentito spesso parlare di body shaming, che consiste nell’offendere una persona giudicandola per l’aspetto del suo corpo: un fenomeno che prende di mira fisici magri o con qualche chilo in più, che presentano inestetismi come cellulite e smagliature, macchie etc.

Oggetto di questi giudizi è ovviamente anche la pelle del viso. Pelle grassa, secca, con punti neri o brufoli, che presenta rughe, cicatrici o segni dell’acne, tutti quei difetti che non sono altro che caratteristiche della pelle che ci distinguono e ci rendono unici.

Age shaming

Non solo acne, rossori e macchie vengono presi di mira dagli haters, ma anche le rughe e i segni dell’invecchiamento cutaneo. Anche i segni del trascorrere del tempo, che dovrebbero essere segno di saggezza e di esperienze di vita vissute, invece, vengono scherniti e giudicati.

Per questo, diventa fondamentale da un lato diffondere consapevolezza sull’arte di abbracciare l’invecchiamento, dall’altro è necessario sfatare i falsi miti legati all’invecchiamento soprattutto delle donne. Infatti, è proprio il mondo femminile quello più toccato dal trascorrere del tempo e dalle convinzioni sociali che invecchiare significhi perdere fascino. L’ageing deve essere inteso più come un’evoluzione e non come un decadimento, in modo da accettare in modo più semplice il tempo che passa e i segni che questo lascia sulla nostra pelle. Questo approccio aiuta a creare il mindset corretto per iniziare a prendersi cura di sé come atto d’amore verso se stessi e non come tentativo di nascondere i propri anni per piacere agli altri.

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Ci piace immaginare l’atto di prendersi cura del proprio aspetto come un modo per sentirsi bene, concedersi le giuste attenzioni per volersi bene. Questo aspetto è ancora più importante del risultato che vogliamo ottenere attraverso l’utilizzo dei prodotti skincare.

Avere cura di sé e della propria pelle, infatti, innesca sentimenti di benessere, fondamentali nel processo dell’ascolto di sé, delle proprie esigenze e dei propri bisogni.

Noi di yoUBe amiamo prenderci cura della vostra pelle non per nasconderne le caratteristiche, bensì per valorizzarne l’unicità, facendola risplendere. Scopri i prodotti yoUBe per dedicare alla tua pelle le attenzioni e l’amore che merita.

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